Diamante di Gould

Nome latino:                                      Chloebia Gouldiae   

Provenienza:                                      Australia del Nord

Numero uova deposte:                    4-7

Giorni di cova:                                   15-17 giorni

Involo dei novelli:                             20-25 giorni

Autonomia dei novelli:                    35-40 giorni

Maturità sessuale:                            1 anno (consigliata)


PARTE GENERALE

 

Definito da molti "l'uccello più bello del mondo", il diamante di Gould presenta colori netti e forti contrasti. In natura presenta dorso e ali verdi, ventre giallo, petto viola intenso nei maschi e chiaro nelle femmine, oltre al collarino azzurrino nei maschi. La testa può essere nera (più diffusa), rossa o arancio (poco diffusa). In cattività poi ne sono state selezionate numerose mutazioni, blu, petto bianco, pastello, solo per citarne qualcuna. Purtroppo la cattura indiscriminata (per fortuna oggi vietata), lo sviluppo rurale e industriale hanno portato questo animale a essere sull'orlo dell'estinzione; viene stimato un numero di circa 2500 esemplari ancora presenti in natura.

Il diamante di Gould è originario dell'Australia settentrionale, vive in savane con un clima tropicale. Questo uccello fu catturato per la prima volta nel 1833, e nell'occasione furono prelevati solo soggetti a testa rossa a cui venne dato il nome di "Poephila Mirabilis". Fu il naturalista John Gould poi a catturarne ancora, questa volta a testa nera, pensando fossero rappresentanti di una nuova specie. Decise di chiamare questo "nuovo" uccello "Amadina Gouldiae", in onore della sua sposa deceduta; più tardi ci si accorse che la specie era sempre la stessa. Ovviamente si passò alla detenzione in cattività e i primi esemplari sbarcarono in Inghilterra a fine 800. Per moltissimo tempo si riprodusse questo animale con l'esclusivo uso delle balie con l'obiettivo di massimizzare il profitto; oggi per fortuna moltissimi allevatori li allevano o provano a farlo senza l'ausilio delle balie. Per me questo deve essere l'obiettivo di ogni allevatore di diamanti di Gould, perché solo così si potranno avere soggetti più sani e forti con inclinazione all'allevamento naturale della propria prole.

 

PROGETTO

 

E’ un uccello la cui selezione a parer mio ha sempre mirato soprattutto ai valori estetici, a scapito di altre caratteristiche; il risultato è la presenza massiccia sul mercato di soggetti deboli, delicati, cagionevoli. Il mio progetto relativo al diamante di Gould parte proprio da questo presupposto e mira a costituire un ceppo formato da soggetti più rustici; in questa parola racchiudo una serie di caratteristiche che vanno dal nutrirsi di frutta, verdura ed erbe prative, di prede vive (io uso fornire le tarme della farina), che vivano su gabbie con fondo di terra e sabbia (non disinfettata o artificiale), che riescano a vivere d’inverno in locali non riscaldati, che facciano una muta veloce, che siano vispi e non apatici. Ovviamente per arrivare a ciò devo selezionare ogni anno principalmente queste caratteristiche, a scapito dei meri valori estetici.

Li riproduco senza l'ausilio di luce o calore artificiale d'estate nel periodo che va da giugno-luglio a ottobre-novembre e cosa più importante, cercando di incentivare e di massimizzare il numero di soggetti svezzati in purezza, ovvero dai genitori naturali. 

Per le riproduzioni del 2015 e del 2017 (nel 2016 non ho riprodotto) non ho usato i passeri del Giappone, ma ho capito che alcune coppiette in allevamento le sempre avere per salvare pulli non alimentati dai genitori o uova abbandonate nel bel mezzo della cova. I passeri cerco comunque di usarli solo in queste situazioni di necessità, l'allevamento al naturale rimane il dogma del mio ideale di allevamento.

Solitamente questi uccelli vengono riprodotti durante il nostro autunno-inverno in ambienti riscaldati perché si dice che, essendo uccello australe, deve essere riprodotto in quel periodo, corrispondente alla primavera australe. Personalmente non credo che uccelli allevati in cattività da molte generazioni abbiano ancora l'orologio biologico che consiglia loro di riprodursi nel nostro periodo invernale, oltretutto allevando in maniera naturale non avrebbe senso per me farli riprodurre in pieno inverno.

L'iter che seguo è cambiato di anno in anno, in base ai risultati (e non risultati) ottenuti; ho però dei punti fermi, primo fra tutti la loro collocazione fisica in locali senza ausilio di luce e calore artificiale. Fino al 2018 li allevavo all'esterno ma poi ho dovuto cambiare la logistica per esigenze famigliari. Uso alloggiare le coppie in gabbie/volierette di circa un metro con fondo di terra/sabbia e mettere un po’ di vegetazione (vera o finta) soprattutto intorno al nido per cercare di rendere il più confortevole possibile l’ambiente.  Utilizzo nidi in legno a doppia camera con un tunnel di circa 4 cm per aumentare l'oscurità e la privacy all'interno di essi: a dire il vero originariamente il tunnel era di 12 cm ma gli animali mi hanno dimostrato di non apprezzare questo cambiamento, ne sono prova le pessime annate del 2017 e del 2018. Cerco di fornire loro un'alimentazione essenziale nei mesi freddi, aumentando la varietà della stessa in fase di riproduzione o pre-riproduzione.

Allevo i Gould dal 2010: in questo lasso di tempo ho studiato, ho sbagliato (tanto), ho ottenuto successi (pochi), ho riflettuto se fosse il caso di andare avanti, di fermarmi, di cambiare strada. Se ancora perseguo il mio obiettivo, con ancora più entusiasmo di prima, e se la linea guida del progetto è sostanzialmente immutata, devo ringraziare due persone: in primis mia moglie Anna che nei momenti di difficoltà mi ha spronato ad andare avanti e il Sig. Alamanno Capecchi, poeta e mentore dell’ornitologia italiana, che mi ha infuso forza e convinzione. Negli ultimi anni ho abbandonato l’allevamento di varie specie per puntare le mie energie soprattutto sull’allevamento del diamante di Gould, senza dubbio il mio volatile preferito.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2019)

 

La stagione 2019 doveva essere la stagione del riscatto, dovevo reintegrare il gruppo dei riproduttori e svezzare poi un buon numero di novelli per rimpolpare il ceppo e far ripartire il mio progetto.

Per fare ciò ho modificato i nidi, riducendo il tunnel dagli originali 12 cm agli attuali 4 centimetri, riscontrando il gradimento dei Gould; ho poi acquistato 6 soggetti all'esterno, oltre ad alcune coppie di passeri per limitare al minimo la perdita di novelli, con l'intento di privilegiare per quest'anno la quantità alla rigidità sull'allevamento in purezza. Infine ho fatto 1 sola sessione di riproduzione, partita a metà luglio e finita a metà novembre.

Ho messo in riproduzione 9 coppie, di cui 3 a testa rossa, 3 a testa nera e 3 a testa arancio.

Di queste 9 coppie, 6 hanno deposto, 3 invece non hanno deposto, presumo a causa delle femmine: in 2 casi erano un po' anzianotte e nell'altro caso la femmina (e il maschio) era alla prima esperienza.

Le altre 6 hanno deposto e covato per il periodo di 15 giorni circa; 5 di queste 6 hanno fatto schiudere novelli.

3 di queste 6 coppie hanno svezzato in (quasi) totale autonomia 11 novelli in totale. Dico quasi perchè per permettere loro di svezzare i novelli ho "girato" gli stessi alternandoli tra le cure dei genitori naturali (restii ad alimentare soprattutto nei primissimi giorni di vita dei novelli) e i fidatissimi passeri del Giappone, lasciando sempre almeno 1 piccolo sotto ai Gould.

Ho osservato una volta di più che le coppie sono imprevedibili, cambiano comportamento da una covata all'altra, riservando all'allevatore un sacco di sorprese (belle e brutte) e colpi di scena.

Oltre agli 11 novelli cresciuti con i genitori naturali, ne ho svezzato altri 11 con l'aiuto delle balie, portando il totale a 22 novelli (11 testa rossa, 5 testa nera, 6 testa arancio), numero che ritengo soddisfacente soprattutto se rapportato alle ultime stagioni fallimentari.

Ricapitolando su 9 coppie 3 non hanno deposto, 1 ha covato fino alla fine ma non schiuso, 2 hanno fatto schiudere uova senza poi alimentare i piccoli, 3 hanno svezzato novelli.

In totale in stagione sono state deposte 98 uova, di cui 84 covate; di queste 49 erano fecondate (58%) da cui sono nati 40 novelli, di cui ne ho svezzato 22.

Per il 2020 l'obiettivo è aumentare il numero di novelli svezzati dai genitori naturali: a tal proposito sono ragionevolmente convinto che lavorando con soggetti nati nel mio allevamento abituati fin da piccoli all'ambiente i risultati saranno migliori.

Non dovrei avere necessità, salvo imprevisti, di ricorrere ad acquisti esterni, anzi spero di riuscire a selezionare, oltre alle 9 coppie riproduttrici, anche dei validi soggetti di riserva pronti per ogni evenienza.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2018)

 

Partiamo col dire che la stagione 2018 è stata la peggiore da quando allevo i Gould, testimoniato dal numero di novelli allevati a fine stagione: ZERO.

Ho voluto quest’anno fare 2 sessioni di riproduzione, una primaverile e una estiva, facendo fare a qualche soggetto entrambe le stagioni.

Durante la stagione primaverile ho messo in riproduzione 6 coppie, di cui 3 non hanno deposto, 1 ha deposto ma non covato, 2 hanno fatto nascere piccoli che poi però non sono riusciti a svezzare.

Durante la sessione estiva ho messo in riproduzione 10 coppie, di cui 6 non hanno deposto, 3 hanno covato ma non fatto nascere novelli, 1 ha fatto schiudere uova ma poi non è riuscita a svezzare novelli.

Ho detenuto anche 2 coppie di passeri del Giappone ma non le ho praticamente mai coinvolte nella riproduzione.

I numeri sono impietosi: su 16 coppie 9 non hanno deposto, 1 ha deposto ma non covato, 3 hanno covato senza risultati, 3 hanno fatto nascere piccoli ma non li hanno svezzati.

In totale in stagione sono state deposte 64 uova, di cui 40 covate; di queste 9 erano fecondate (22%) da cui sono nati 9 novelli, nessuno dei quali sono riuscito a svezzare.

Ovviamente ho provato a spiegarmi le ragioni di questo fallimento: innanzitutto ho sbagliato ad allevare in due sessioni diverse i soggetti, stressandoli e non garantendo loro la tranquillità di cui necessitano (lo prova anche il bassissimo dato sulla fecondità), ho sbagliato a riproporre la sessione primaverile, durante la quale ho constatato per l’ennesima volta che i soggetti non sono in forma e, come chiosa finale, ho visto per il secondo anno consecutivo che il tunnel di 12 cm applicato ai miei nidi non viene apprezzato dagli animali.

 Per il 2019 ho intenzione di riprodurre 9 coppie da giugno-luglio in poi, anche integrando il ceppo con acquisti esterni se necessario; ho anche l’intenzione, ahimè, di usare i passeri del Giappone per allevare un po’ di novelli, con l’obiettivo di ampliare numericamente il ceppo, che inizia ad assottigliarsi visto gli 8 novelli svezzati in 3 anni. Come ultima cosa, ridurrò il tunnel nei miei nidi portandolo da 12 a 4 cm, sperando di riuscire sia a farlo digerire ai miei soggetti sia garantendo loro la privacy e l’oscurità di cui hanno bisogno.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2017)

 

Ai primi di luglio ho fatto  partire la riproduzione di 9 coppie di diamanti di Gould, 3 a testa rossa, 3 a testa nera, 3 a testa arancio. Gli uccelli in generale avevano appena finito la muta ed erano in forma pronti per la riproduzione.

La sostanziale novità per quest'anno è stata l'uso di nidi particolari, con un "galleria" di legno di 12 centimetri all'entrata degli stessi; con essi voglio rendere più buio l'ambiente del nido e dare più tranquillità ai soggetti, sperando di non vedere più piccoli defenestrati dal nido.

La stagione non è andata bene, naturalmente ho cercato di trovare delle motivazioni. Innanzitutto la maggior parte dei soggetti erano alla prima esperienza, anche se nati nel mio allevamento nell'estate del 2015. I nidi poi non sono piaciuti subito, le coppie per la maggior parte hanno iniziato a deporre tardi perdendo in pratica quel tempo in cui avrebbero potuto fare un'altra covata.

Parliamo ora di numeri: su 9 coppie 2 di esse non hanno deposto; le altre 7 coppie invece hanno deposto e covato, anche se qualcuna in maniera discontinua.

Una sola di queste 7 coppie ha deposto solo uova chiare, le altre 6 hanno tutte deposto almeno un uovo fecondato. Di queste 6 coppie 2 hanno allevato e svezzato novelli (suoi e non) mentre le altre 4 non sono riuscite a svezzare completamente, alimentando i pulli solo per pochi giorni o anche senza alimentarli minimamente.

Una sola coppia ha defenestrato novelli, forse anche grazie alla nuova tipologia di nidi proposta.

In totale in stagione sono state deposte 65 uova, di cui 59 covate; di queste 36 erano fecondate (61%)

Su 36 uova buone sono nati 28 novelli, dei quali 8 sono stati svezzati e diventeranno miei riproduttori nel 2018.

 

Dei 20 novelli che non sono arrivati allo svezzamento, 1 è morto in seguito a defenestrazione da parte dei genitori, 16 sono morti causa mancata alimentazione da parte dei genitori, 3 per sovraffollamento del nido e conseguente sopravvivenza solo dei più forti.

Questo mi ha fatto riflettere e ricredere su un concetto: non posso non avere passeri del Giappone in allevamento. Per il 2018 ne alleverò 2-3 coppie per gestire le emergenze e per evitare il sacrificio di tanti piccolini. Inoltre, su consiglio di un grande (voglio specificare che per me i grandi allevatori non sono quelli che vincono le mostre) allevatore del trevigiano, signor Giorgio Polo, selezionerò 5-6 coppie che terrò insieme tutto l'anno, per cementare la loro unione. L'idea è di riprodurre queste 5-6 coppie da marzo-aprile fino a giugno. Poi vorrei selezionare altre 5-6 nuove coppie da far riprodurre nel periodo da luglio a settembre.

Sinceramente non ho ancora capito quale dei 2 periodi sia il più indicato: la primavera è meteorologicamente più indicata, ma i soggetti arrivano dallo stress invernale e rischiano di fare la muta nel bel mezzo della riproduzione (avevo abbandonato questo sistema anche per l'alta percentuale di uova non fecondate che mi ritrovavo). L'estate invece è ottima perchè tutti i soggetti hanno appena concluso la muta e sono in forma, ma a volte le temperature sono troppo alte e se una coppia ritarda la deposizione, si rischia di arrivare alla fine con una sola covata fatta, anche perchè lascio deporre alle femmine al massimo fino al 30/09, perchè poi la temperatura cambia sensibilmente.

Insomma, l'anno prossimo proverò entrambe le strade, vediamo come va.

 

 LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2016)

  

Quest'anno ho deciso di non riprodurre i miei Gould perchè i miei attuali impegni famigliari non me lo permettono, quindi preferisco saltare un anno che fare le cose alla carlona.

Ho comunque una quarantina di soggetti che mi saranno utili per l'anno venturo.

In particolare ho lasciato i novelli 2015  in una grande voliera con i canarini e stanno imparando a amngaire tutto quello che mangiano questi ultimi, dall'uovo sodo alle erbe prative, cosa che prima non assaggiavano nemmeno. I canarini invece hanno imparato ad apprezzare le tarme della farina, seguendo l'esempio dei Gould.

Approfitterò di questo periodo per migliorare o acquistare nuove strutture, per seguire bene i miei animali e per studiare per migliorarmi come allevatore, in maniera da far star meglio anche i miei animali.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2015)

 

Il progetto prevedeva che in primavera 2015 mettessi in riproduzione una decina di coppie, ma vari fattori mi hanno fatto desistere, con l'intento di provare a riprodurre i Gould dopo aver completato la muta, quindi da giugno in poi. Morte del progetto? Cambio di mentalità? Negazione di tutto quello che ho scritto finora? Niente di tutto ciò, solo una presa di coscienza di fatti avvenuti che hanno portato a questa decisione dovuta. In fondo in passato già avevo preso in considerazione questa ipotesi.

Comunque i fattori che hanno portato a ciò sono stati essenzialmente due: lo scarso tempo che ho dedicato loro durante l'inverno per motivi famigliari che li ha portati a non essere in formissima in primavera e l'attacco di un predatore (presumo un gatto) alla gabbia delle femmine che mi ha ucciso 6 femmine. Quest'ultimo fatto ha generato ovviamente l'esigenza di trovare nuove femmine, in parte acquistate, in parte selezionate tra i novelli 2014.

Ricapitolando, ho iniziato a inizio estate la riproduzione dei miei animali con una grossa novità: ho ceduto tutti i passeri del Giappone pertanto i novelli 2015 sono tutti stati allevati direttamente dai genitori naturali.

Ho scelto di non allevare più soggetti blu, e, oltre ai soggetti a testa rossa e a testa nera, ho comprato soggetti a testa arancio o portatori.

Ho messo in riproduzione 13 coppie, i cui componenti erano per metà nati nel mio allevamento e per metà presi all'esterno.

Di queste 2 coppie non hanno deposto, 2 coppie hanno deposto solo uova chiare, 1 coppia non ha covato le proprie uova (risultate poi buone), 3 coppie hanno covato e schiuso regolarmente le uova (anche se una di esse covava uova non sue), ma poi ha defenestrato tutti i piccoli contragiche conseguenze. Quindi 7 coppie in totale non hanno prodotto nessun novello svezzato alla fine della stagione.

Le altre 6 coppie hanno allevato tutte almeno un novello, anche se 2 di esse hanno comunque defenestrato o ucciso 1 loro piccolo.

In totale in stagione sono state deposte 105 uova, di cui 80 covate. Di queste 42 erano fecondate (52,50%) e questo è un ottimo dato rispetto al 2014 quando la percentuale di fecondità era del 37%.

Su 42 uova buone sono nati 37 novelli, dei quali 22 sono stati svezzati e diventeranno miei riproduttori nel 2016.

Dei 15 novelli che non sono arrivati allo svezzamento, 12 sono morti in seguito a defenestrazione da parte dei genitori naturali: curioso il fatto che 5 di loro li ho passati ad altre coppie adottive, ma nel nido o fuori dal nido, sono tutti morti, come se i nuovi genitori non li avessero accetttti e curati del tutto, o forse la cosa è semplicemente dovuta ai danni subiti con la caduta dal nido. 

Come primo anno con i Gould allevati esclusivamente in maniera naturale è andata abbastanza bene, il mio grande cruccio è sicuramente dato dal fatto che diverse coppie hanno buttato i piccoli; so che succede spesso, ma voglio capire il perchè e fare qualcosa per azzerare o almeno ridurre il problema.

Per il 2016 ho in mente delle integrazioni ai miei nidi a doppia camera per dare ai miei animali più privacy, vedremo se i dati miglioreranno.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2014)

 

In primavera 2014 ho messo in riproduzione 9 coppie, sfruttando la maggiore disponibilità di spazio e tempo data dalla decisione di cedere molte specie per dedicarmi (in particolare) ai gould. Le 9 coppie erano così composte: 4 coppie formate da tutti (anzi, quasi tutti) soggetti a testa rossa e petto viola, (1 coppia che è la mia storica formata da femmina petto bianco nata da me e maschio petto viola preso all’esterno, 1 presa all’esterno e mai riprodotta prima da me, 1 formata da femmina novella nata nel mio allevamento sotto balie e maschio preso all’esterno e mai riprodotto prima da me, 1 formata da femmina novella nata da me sotto balia e suo padre), 3 coppie formate da soggetti a testa nera e petto viola o bianco (1 formata da femmina presa all’esterno e già riprodotta da me e nipote suo novello nato da me a balia, 1 formata da maschio preso all’esterno e già riprodotto per femmina presa all’esterno e mai riprodotta, 1 formata da maschio novello mio nato sotto balia e femmina presa all’esterno e mai riprodotta), 2 coppie formate da soggetti blu o portatori, a testa nera o testa crema, a petto viola o petto bianco (le ho alloggiate in una voliera ed erano formate da 2 maschi fratelli testa crema petto viola novelli nati sotto balia dalla mia linea di soggetti a testa rossa e due femmine testa nera portatrici di blu novelle nate sotto balia dalla mia linea di soggetti a testa nera). Ricapitolando ho messo in riproduzione 18 soggetti di cui 2 nati da me e già riprodotti in passato, 8 novelli nati da me sotto passeri del Giappone, 3 soggetti presi all’esterno in passato e già riprodotti da me, 5 soggetti presi all’esterno e mai riprodotti prima nel mio allevamento.Ho alloggiato le 7 coppie della linea a testa rossa e testa nera in 7 volierette con fondo di terra e con nidi schermati con rami e foglie di bambù (che però seccano troppo in fretta), mentre le 2 coppie della linea blu sono state alloggiate assieme in una voliera, come già specificato precedentemente; purtroppo l’esperimento ha dato pessimi risultati, infatti uno dei maschi è morto e l’altra coppia non ha deposto, fino a che l’ho spostata in una volieretta.Quindi, in virtù di ciò, considero di avere allevato 8 coppie nel 2014 e, di queste, una sola non ha deposto (a parer mio per incompatibilità di coppia, proprio non si piacevano). Le altre sette hanno tutte deposto e, udite udite, tutte covato almeno una volta. Questo è un dato per me fondamentale, e le ragioni di ciò secondo me sono da ricercare sia nella genetica dei soggetti, sia nella buona situazione logistica che sono riuscito a creare per loro. Tra le 7 coppie che hanno deposto, 3 hanno schiuso uova in purezza, e due di queste hanno svezzato un certo numero novelli. Una ulteriore coppia ha avuto dei novelli però ottenuti da cova dei passeri.Ricapitolando, 2 coppie su 7 hanno svezzato novelli in purezza, 1 li ha fatti nascere ma non svezzati, da un'altra coppia ho avuto progenia sotto balia, le altre 3 hanno deposto solo uova non fecondate.Analizzando il numero dei novelli, In totale sono nati 31 piccoli, di cui 22 in purezza (svezzati 11, degli altri 6 sono morti credo a causa di un ondata di freddo improvviso arrivata a fine ottobre, 2 sono nati e lasciati morire dalla stessa coppia in due covate diverse e quindi la causa è la loro negligenza, 2 sono morti all’uscita del nido in piena estate, uno è morto dopo qualche mese) e 11 sotto balie (svezzati 6, gli altri 5 sono morti a causa di una pessima coppia di balie). La moria dei novelli è in larga parte imputabile a negligenza dei genitori, e quindi questo intendo migliorarlo tramite selezione mirata. Il dato preoccupante è l’infecondità in quanto su 103 uova covate (su un totale di 114 deposte) solo 38 erano fecondate, con una percentuale del 37%, che è troppo bassa. Ho analizzato le possibili cause (alimentazione povera, patologie, soggetti riprodotti non in perfetta forma amorosa….) senza però arrivare a una conclusione, quindi miro a migliorare questo dato mediante la selezione e privilegiando in sede riproduttiva i soggetti derivanti dalle coppie feconde, inoltre proverò a cambiare partners a tutti i soggetti che hanno presentato questo problema. Tutti i soggetti che per il secondo anno consecutivo mi daranno solo uova sterili verranno esclusi dalla riproduzione (errare è umano, perseverare……) Per il 2015 miro a riprodurre dalle 10 alle 15 coppie (utilizzerò anche soggetti del 2014 che non hanno completato la muta, perché mi han detto che in teoria la riprendono solo a stagione riproduttiva conclusa), in base alla salute e alla forma dei soggetti quando arriverà il tempo di mettere i nidi. Verranno usati finalmente anche soggetti nati in purezza nel mio allevamento, sui quali ho grandi aspettative. Nel 2015 cercherò ancora di mimetizzare i nidi, valutando però se usare a tale scopo un elemento naturale (che però resta verde per poco) o artificiale, inoltre a inizio  riproduzione inserirò solo i maschi nelle gabbie da cova con nido presente in maniera che prendano possesso dell’ambiente prima dell’inserimento delle femmine. Spero che il 2015 sia l’anno di svolta per il mio progetto, anche se comunque sono ancora distante dal livello quantitativo e qualitativo a cui miro.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2013)

 

In primavera 2013 ho messo in riproduzione 3 coppie che già avevo riprodotto nell’autunno 2012. Sono consapevole del fatto che li ho “sovrasfruttati” accoppiandoli a così pochi mesi di distanza, ma è stato necessario per perseguire l’obiettivo di portare le mie coppie ad allevare in primavera all’esterno senza ausilio di riscaldamento o altri elementi artificiali. La prima coppia, formata da maschio testa rossa petto viola per femmina testa rossa petto bianco, inizialmente ha deposto le uova e se ne è completamente disinteressata; sono stato così costretto a metterli a covare sotto ai passeri del Giappone, da cui sono nati 5 novelli. Ero un po’ demoralizzato perché pensavo che neanche stavolta avrei visto dei novelli in purezza, invece nella seconda covata mi hanno sorpreso, hanno portato a termine la cova e cresciuto alla grande 5 piccoli. Questi due soggetti saranno quindi importantissimi per il mio progetto, valuterò se mantenerli assieme o se dividerli per far fare loro da “nave-scuola” per i novelli. La seconda coppia, formata da maschio testa rossa petto viola per femmina testa rossa petto viola lilla, invece ha covato entrambe le volte in purezza, ma con scarsi risultati finali. La prima covata è risultata completamente chiara, la seconda invece ha visto schiudersi un piccolo, che i genitori hanno alimentato solo per qualche giorno, per poi ucciderlo sotterrandolo sotto il materiale da cova. La femmina non verrà riconfermata in quanto, pur dimostrando predisposizione alla cova in purezza, ha dato segni di debolezza fisica, caratteristica inaccettabile per l’obiettivo che mi sono posto. Con questi soggetti, con figli loro nati nell’autunno 2012, e con altri soggetti acquistati costituirò la linea 1 del progetto Gould. Essa avrà la peculiarità di contare su soggetti inclini alla cova, provenienti da linee non troppo selezionate, quindi più rustici, e tutti a testa rossa. Nel 2014 avrò 4 coppie in riproduzione. La terza coppia, formata da maschio testa nera petto bianco/blu per femmina blu testa nera petto viola/petto bianco, invece proviene dall’allevatore vicentino da cui andai a far spese nel 2012, ma non ne ha voluto sapere nemmeno di esplorare il nido. Presumo sia dovuto al fatto che sono soggetti provenienti da un allevamento in cui il metodo è molto consolidato e sono abituati a riprodursi in autunno e con l’ausilio totale delle balie. Pertanto con questa coppia, con altri soggetti nati in autunno 2012 sempre da questo ceppo, e con altri acquistati all’esterno, costituirò la linea 2 del progetto Gould. Essa si baserà su soggetti abbastanza selezionati, di stazza imponente, poco o per nulla inclini alla cova, tutti a testa nera. Sicuramente sarà più difficile lavorare con questi soggetti, sia per abituarli alla riproduzione primaverile, sia per farli allevare in purezza. Nel 2014 avrò 3 coppie in riproduzione. Inoltre verrà creato un terzo ceppo di Gould con uccelli provenienti dalle due linee precedenti di soli soggetti blu o portatori di blu. Per questa linea alleverò 3 coppie nel 2014. Mi sono messo seriamente a lavorare su questo progetto, lasciando perdere l’allevamento di altre specie per dedicarmi di più ai Gould, che restano i miei uccelli preferiti e con i più ampi margini di miglioramento, ovviamente per i miei canoni e per le mie prerogative.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2012)

 

Quest’anno le cose non sono andate bene con questo animaletto. Il generale Inverno (che a gennaio-febbraio 2012 è stato molto rigido) si è portato via alcuni dei miei soggetti e mi sono fatto tante domande per capire se la strada da me intrapresa è giusta o no. Alla fine, dopo lunghe riflessioni, credo di aver capito gli errori commessi, dovuti a una errata sistemazione logistica e al fatto che non ero pronto con le opportune cure per i soggetti debilitati. Insomma, da gran testa dura, proseguo col mio progetto, ma terrò i Gould in un locale non riscaldato, dove per lo meno non ci sarà l’umidità che avevano all’esterno. Un altro problema riscontrato è stato che, appena giunta la primavera, i miei soggetti sono andati in muta (contrariamente a quanto accaduto l’anno precedente) e quindi non ho potuto metterli in riproduzione. A giugno ho fatto un po’ di acquisti, e a settembre ho messo in riproduzione le 4 coppie che mi son formato:

1.Maschio testa rossa petto viola/blu * femmina testa rossa petto viola/blu

2.Maschio testa rossa petto viola * femmina testa rossa petto bianco

3.Maschio blu testa nera petto viola/petto bianco per femmina testa nera petto bianco/blu

4.Maschio testa nera petto bianco/blu per femmina blu testa nera petto viola/petto bianco

Le due ultime coppie le ho comprate da un allevatore del vicentino che alleva i Gould in un locale non riscaldato, sempre con l’idea di crearmi un ceppo solido e forte. Ai primi di settembre ho messo i nidi ai Gould che hanno deposto quasi subito, quindi ho passato le uova ai passeri del Giappone, da cui sono nati una quindicina di piccoli. Ho notato con dispiacere che solo una delle mie 4 coppie di Gould ha tentato di covare le proprie uova, abbandonandole peraltro prima della presunta schiusa, mentre le altre 3 se ne sono completamente disinteressate; cercherò di usare delle gabbie più tranquille e riservate per il prossimo ciclo di cove per tentare la riproduzione in purezza. Per l’anno 2013 sono indeciso sul da farsi: tentare la riproduzione in primavera o riprodurli da luglio a settembre; questo dipenderà da quando inizieranno la muta.

 

LA MIA ESPERIENZA (AGGIORNATA FINE 2011)

 

Parto col dire che sono da sempre innamorato di questo splendido uccellino. D’altronde credo che chiunque lo veda non possa negare la bellezza oggettiva di questo fantastico animaletto. Ho aspettato molto prima di prendere la mia prima coppia, perché sono sempre stato bloccato da chi diceva che, per allevare il Gould, bisogna avere una discreta esperienza sul campo e che, inoltre, ha bisogno di una temperatura costante sopra i 20 gradi per poter sopravvivere e io, per necessità, allevo all’esterno. Così, dopo aver allevato con successo per anni i diamanti mandarini, mi sono deciso a valutare seriamente l’acquisto di questa bellissima specie e informandomi, leggendo e confrontandomi con altri “colleghi”, ho scoperto che ci sono già allevatori che tengono i diamanti di Gould, seppur con le dovute cautele, all’esterno. Ho trovato quindi un allevatore che li allevava in una stanza non riscaldata (in modo tale che i soggetti fossero già abituati a luoghi non particolarmente caldi) e ho comprato due coppie da lui a settembre 2010. Un’altra annosa questione riguardante il Gould è il periodo in cui farlo riprodurre. La logica imporrebbe di seguire il suo istinto di animale australe, quindi mettergli il nido nel periodo che corrisponde al nostro autunno-inverno; ma, per me, che allevo all’esterno e abito nel Nord Italia, è improponibile: primo perché le femmine possono incorrere in problemi di ritenzione dell’uovo e secondo perché i Gould smettono presto di scaldare i piccoli, i quali, di conseguenza, farebbero fatica a sopravvivere. Io ho così deciso di farli riprodurre in primavera, come del resto facevo fare ai diamanti mandarini, che sono anch’essi animali australi. Vi illustro brevemente come ho gestito i miei Gould per questo prima anno di allevamento. Ho tenuto separati i maschi dalle femmine da settembre 2010 a marzo 2011. Poi ho formato le coppie mettendole in gabbie da 90 (misura ideale per la riproduzione in purezza dei Gould) e dopo una ventina di giorni, a metà aprile, ho inserito i nidi: io uso i nidi a doppia camera, ma molti si trovano bene anche con i semplici monocamera. L’unica coppia che ha riprodotto ha fatto due covate: la prima l’ho passata ai passeri del Giappone, i quali hanno fatto loro da balia, e sono nati 6 piccoli, mentre la seconda l’ho lasciata ai Gould, che hanno svezzato 4 piccoli in purezza. Per questo primo anno devo dire che sono soddisfatto del risultato.Il problema maggiore che da’ l’allevamento primaverile è la muta dei novelli. Cos’è la muta? È il periodo nel quale gli uccelli cambiano gradualmente le penne e le piume. È un momento molto critico per i pennuti che sono sottoposti ad un forte stress. Di solito questo cambiamento avviene nei mesi caldi, e in tal periodo non si deve farli riprodurre, sia perché quasi sicuramente le uova risulteranno non fecondate sia perché lo stress della riproduzione, sommato a quello della muta in corso, potrebbe essere letale. Ho osservato che nei Gould questo momento dura circa un mese e mezzo per gli adulti, mentre circa tre, quattro mesi per i novelli.Detto questo torniamo al mio allevamento… dei 10, solo 6 novelli sono riusciti a completare la muta prima del freddo, 2 l’hanno quasi finita e 2 l’hanno appena iniziata. In questo momento (siamo a fine 2011) i 4 che non l’hanno completata, l’hanno bloccata e credo che la riprenderanno in primavera. Penso che, a questo punto, farò loro completare la muta in primavera e successivamente ne metterò in riproduzione dalle 4 alle 6 coppie (integrando i miei novelli con altri soggetti presi quest’estate). Sinceramente speravo che tutti riuscissero a completare il cambio delle piume e delle penne prima dell’arrivo del freddo, anche perché il blocco della muta può essere rischioso; per far si che la completino prima dell’inverno, il prossimo anno, cercherò di dare degli integratori più specifici ai novelli. Se nonostante ciò dovessi ancora avere soggetti che non completano la muta prima del freddo, valuterò la possibilità di far riprodurre i Gould dai primi di luglio per finire a fine settembre, così che i novelli non abbiano il tempo di iniziare la muta e la facciano tranquillamente nella primavera successiva. Per quanto riguarda il metodo di allevamento raccomando di prestare molta attenzione all’alimentazione (bisogna farlo per tutte le specie ma per questa in modo particolare). Questo mio modo di allevare i Gould è sperimentale, non voglio dire che sia la strada giusta da percorrere, ma solo che, per ora, non ho avuto morti dovute al freddo o ad altri inconvenienti. Se mi accorgessi di sbagliare qualcosa e di provocare delle morti smetterei immediatamente di fare a modo mio. La mia coppia riproduttiva di Gould è formata da maschio testa rossa petto viola portatore di petto bianco e testa nera per femmina blu testa nera petto bianco. I dieci piccoli che sono usciti sono tutti portatori di blu, alcuni petto viola alcuni petto bianco, alcuni testa rossa alcuni testa nera: insomma una buona base per iniziare a lavorare su una discreta serie di mutazioni.