Riproduzione

Questo argomento è il preferito dalla maggior parte degli allevatori, me compreso: la riproduzione è il momento in cui si raccolgono i frutti del lavoro, si hanno tante soddisfazioni e si accolgono moltissime nuove vite.

 

Generalmente il periodo migliore per la riproduzione è quello primaverile, ma varia in base alla specie allevata, al luogo d’allevamento, alle idee dell’allevatore stesso. 

 

La riproduzione può avvenire in purezza, tramite l'ausilio di balie o con l’incubatrice. Nel primo caso i soggetti della specie che depongono, covano le uova e alimentano i piccoli fino a completo svezzamento, nel secondo le balie (per i Gould ad esempio sono i passeri del Giappone o i diamanti mandarini) sostituiscono totalmente o parzialmente i genitori naturali e, nell’ultimo caso le uova vengono messe nell’incubatrice per far nascere i piccoli (questo metodo viene usato quasi esclusivamente con uccelli la cui prole è indipendente dalla nascita, come ad esempio quaglie, galline, anatre, etc.). Rimando l’approfondimento di questi discorsi alle singole schede degli uccelli da me allevati.

 

Prima di iniziare con la riproduzione bisogna: 

  • scegliere i riproduttori.
  • preparare i nidi e le gabbie da cova.
  • iniziare a fornire un’alimentazione precova.

La scelta dei riproduttori va fatta tenendo conto dei seguenti suggerimenti: 

  • è sconsigliato accoppiare uccelli consanguinei ed è da evitare categoricamente l’accoppiamento tra fratelli.
  • bisogna assicurarsi che i soggetti scelti siano abbastanza maturi per essere riprodotti: il rischio è di avere covate infeconde se è troppo giovane il maschio, o ritenzione dell’uovo (con conseguenze spesso funeste) se lo è la femmina. La maturità sessuale varia a seconda della specie allevata.
  • gli uccelli da riprodurre devono essere in perfette condizioni fisiche e non devono essere in muta.

La scelta dei nidi adatti ad ogni singola specie, va fatta considerando le loro preferenze e la funzionalità dei nidi stessi, infatti non solo devono essere graditi dagli uccelli ma devono essere anche accessibili all'allevatore per i controlli del caso.

Per quanto riguarda l’alimentazione precova, molti allevatori preparano gli uccelli facendo loro seguire una dieta particolare, solitamente somministrando vitamina E. Personalmente ritengo che un'alimentazione varia e completa fornita tutto l'anno sia più che sufficiente. Per una più dettagliata descrizione della questione vi consiglio di leggere la pagina riguardante l’alimentazione.

Effettuate queste operazioni preliminari, si devono mettere nella stessa gabbia i soggetti che si vogliono far riprodurre, sempre se non lo sono già.

A questo punto dobbiamo lasciar loro una settimana, dieci giorni per socializzare e ambientarsi e dopo questo lasso di tempo inseriamo il nido.

Nel giro di una ventina di giorni al massimo dovremmo vedere i primi ovetti nei nidi. Se ciò non accade non abbiate fretta di spostare, cambiare, disfare ma abbiate pazienza. Per un allevatore questa è una dote fondamentale. Se dopo vari tentativi gli uccelli non ne vogliono sapere di metter su famiglia si dovrà trovare una soluzione diversa.

Quando la coppia depone, consiglio di fornire pastoncino per abituarla a cibarsene in vista dello svezzamento dei novelli; esso infatti è fondamentale per la crescita dei piccoli, soprattutto nei primi giorni di vita.

Verso la metà del periodo di cova (variabile per ogni singola specie), effettuo la speratura delle uova (operazione attraverso la quale si osservano le uova con una pila laser per stabilire se sono fecondate o meno).

Finalmente si arriva al momento più atteso, ovvero la nascita dei piccoli. L'allevatore, quando ciò accade, deve verificare che tutto proceda per il meglio, in quanto possono capitare cose spiacevoli, come quando mi è capitato di dover aiutare i piccoli ad uscire dall’uovo perché troppo deboli o a causa di gusci troppo duri. Questa è un’operazione molto delicata, indicata solo se avete una mano esperta. Un altro inconveniente potrebbe essere quello di trovare i neonati beccati (picati) dai genitori, in questo caso le soluzioni potrebbero essere quelle di passare i piccoli alle balie o allevarli a mano. Potreste, inoltre, trovare dei pulli morti o delle uova rotte; se vi trovate in questa situazione toglieteli subito dal nido, in quanto potrebbero portare delle infezioni ai genitori o agli altri piccoli. Infine può succedere che la coppia non alimenti a sufficienza i piccoli, anche in questo caso sarebbe meglio passarli alle balie o allevarli a mano.

Durante questa fase è bene ricordarsi di alimentare bene i genitori, i quali, a loro volta, nutriranno bene i piccoli. Degli ottimi alimenti sono il pastoncino, l’uovo sodo e il pane; sconsigliate invece frutta, verdura ed erbe prative, tutti cibi che potrebbero provocare problemi intestinali ai pulli.

Dopo un periodo variabile da specie a specie, i piccoli escono dal nido e iniziano ad alimentarsi autonomamente.

Nel caso in cui i genitori inizino una nuova deposizione, bisogna stare attenti sia a non togliere dalla gabbia i piccoli precocemente (se non si alimentano da soli rischiano la vita), sia a non permettere ad essi di compromettere la nuova covata.

Si potrebbe pensare che la soluzione migliore sia togliere il nido in modo tale da evitare la nuova covata, ma è una cosa da non fare visto che i pulli ci passano ancora molte ore all’interno per ripararsi dal freddo, soprattutto la notte.

Chiudo questa sezione riguardante la riproduzione riportando la mia esperienza: di norma faccio fare due o tre covate al massimo ai miei soggetti durante l’anno, per non stressarli e debilitarli troppo.